Cercando il cielo

“C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’anima”. Così diceva a ragion veduta Victor Hugo, conscio nel profondo che la meta d’ogni viaggio spirituale è la scoperta di noi stessi, senza la quale che senso potremmo mai dare alla vita? Ogni genere di sentimento e d’emozione traspare nei versi di Cercando il cielo, in un graduale avvicinamento a tale scoperta che fa del libro un viaggio nell’anima oltre che nella poesia.

Pensieri alla deriva

Pensieri alla deriva è la poesia d’un viaggio: non un viaggio reale, ma un viaggio dell’anima e nell’anima che racconta di sensazioni sconosciute, di gioie e di paure enormi.
Metafora del cambiamento e motivo di crescita interiore, è il viaggio come la vita: spesso ci spaventa, altre volte ci ricolma di sorrisi.
Composto di cinquanta poesie, ha una struttura interna complessa: suddiviso in sette gruppi (essendo sette il numero indicante la perfezione e l’equilibro fra natura divina e umana) di sette poesie ciascuno (sette volte sette, con chiari echi evangelici) e ciascuno con un incipit prosastico a sottolineare il tema del viaggio, conterebbe dunque quarantanove poesie, non cinquanta. La prima però, che ha il medesimo titolo dell’opera, fa raggiungere alla stessa il numero cinquanta, evocativo dell’azione dello spirito pentacostale, spirito ispiratore del poeta. Quest’ultima poesia, suddivisa in sette quartine, richiama le sette parti del testo e si propone come una summa dell’opera tutta.
Infine l’ultima parte dell’opera, dove palese è la dedica a Barbara Riva, musa e compagna d’una vita.

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