Isole erranti

17 Dicembre, 2013 / Nessun commento su Isole erranti

Sono storie di isole. L’isola nell’isola, spazio immaginario nella dimensione fisica di un frammento di crosta terrestre circondato dalle acque. L’isola di pura spiritualità, che si eleva dal mondo materialistico per toccare l’invisibile, centro di pace interiore. L’isola di pietra che svetta in un deserto di sale, mare di solitudine spazzata dal vento, crogiolo di storie antiche come la terra. Ma c’è anche l’isola immaginaria, la storia che ogni travel writer decide di adottare, di fare sua, di trasformare in narrazione fatta di parole ed emozioni. Quelle che lo sovrastano al punto di non fargli più capire da dove viene e dove sta andando. Emozioni vere. Perché sono quelle che regalano gli incontri inattesi, i saluti di chi parte, gli abbracci di chi ritorna, le parole perdute nel vento. Anime che si toccano e che rendono un mondo fatto di incolmabili differenze più piccolo di quello che realmente è. Giusto perché ogni viaggio è diverso. Giusto perché nessun luogo è lontano.

Con uno stile a mezza via tra il giornalistico e quello narrativo, Isole erranti premia la voglia di viaggiare. Dal vero e con la mente. Un ritorno al suo mondo di travel writer quello che Marco Nundini ha deciso di fare con questo libro. Un ritorno attraverso sentieri reali e virtuali, incontri e saluti, personaggi e luoghi che davvero emozionano.

Acquistabile su Amazon e sui principali bookseller per l’etichetta indipendente ilFilografo. Disponibile anche in formato ebook per tutte le principali piattaforme ereader, tra queste Kindle, Kobo, Sony, ITunes. Maggiori informazioni all’indirizzo:
http://www.marconundini.it/MNNarrativaIsoleErranti.html

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Maxima Culpa

Maxima Culpa è un giallo a tinte fosche, dal respiro inquietante, tormentato ed enigmatico sino all’ultima pagina. Pubblicato da Ibiskos Editrice Risolo, che già due anni fa aveva editato l’esordio dell’autore con Vite Corsive, questo nuovo romanzo vede di nuovo in azione il giovane ispettore Loreta Assensi, appassionata e scaltra investigatrice dell’Anticrime scaligera, questa volta impegnata a risolvere un brutale omicidio accaduto tra i quartieri collinari della “Verona bene”. La verità è però, come sempre, assai più complicata di quanto appare e la traccia di sangue guida ad un tortuoso percorso di indizi inquietanti. Nessuno sospetta quanto la sensuale investigatrice sta per scoprire, aiutata da una insolita patologa legale, tra i pini ed i cipressi delle colline veronesi. Lassù, dove lo sguardo abbraccia un panorama fatto di campanili, croci e santità, la fede di un’intera comunità parrocchiale vacilla alle lusinghe del peccato e nasconde verità inconfessabili tra le pieghe della devozione. Un’indagine senza respiro che, tra piste internazionali e mitologiche visioni di un oriente biblico, racconta l’eterna lotta tra il bene ed il male.

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Vite Corsive

Non è solo un giallo dai riflessi noir, ma anche il presagio di un mondo il cui passato presto svanirà nell’effimera vita di uno stile di comunicare senza più carta, senza più inchiostro. Mentre la rivoluzione digitale del secondo millennio ha ormai cancellato il corsivo, il ductus della scrittura, trasformando quei caratteri tanto cari alle passate generazioni in geroglifici incomprensibili, la giovane ispettrice di polizia Loreta Assensi è alla ricerca della soluzione di un atipico caso di omicidio:atipico perché l’unico indizio è un’ingiallita lettera vergata a mano. La sensuale investigatrice dai capelli rossi sarà perciò costretta a chiedere aiuto ad un filografo per giungere alla risoluzione dell’enigma. La narrazione si snoda lungo un viaggio che da Riese Pio X porterà la poliziotta sino alle rive scaligere dell’Adige, passando dalle limacciose sponde del Riò Paranà ricostruendo una straordinaria storia d’emigrazione trasversale a ben tre generazioni.

Un’indagine serrata, un racconto dalla scrittura ricca e asciutta, da cui emerge il piglio giornalistico dell’autore, pubblicato dalla empolana Ibiskos Editrice Risolo (fondata nel 1984 da Antonietta Risolo, nipote di Amalia Popper). Un romanzo che “sdogana per la prima volta nel panorama dell’editoria non specializzata il neologismo filografia”. Ad affermarlo è proprio chi, pochi anni addietro, lo ha inventato il neologismo filografia: Casa Bolaffi, simbolo del collezionismo per antonomasia, importante casa d’aste ed editore specializzato che dedica ben due pagine del suo magazine “Il Collezionista”, in edicola nel mese di dicembre 20088, al romanzo Vite Corsive.

Sono, infatti, centottanta pagine di vite corsive quelle dell’universo umano che popola il romanzo di Nundini: investigatori balbuzienti con le parole così come con i sentimenti, assassini insospettabili, emigranti d’altri tempi che s’abbracciano, gioiscono, piangono. Nella loro grafia antica, quella che oggi abbiamo perduto, si trova l’unico indizio che porterà a risolvere un caso che, seguendo i tradizionali meccanismi consolatori della scrittura gialla, approderà ad un finale inaspettatamente noir.

L’autore
Marco Nundini nasce a Reggio Emilia. Pubblicista da un decennio, ha lavorato con le maggiori riviste italiane di viaggi e turismo (Gente Viaggi, Panorama Travel, Qui Touring, Oasis, Traveller Condé Nast) firmando reportage da ogni angolo del pianeta. Per due anni ha coordinato l’area iniziative speciali del mensile Itinerari e luoghi. Nel 1999 ha ricevuto dal Presidente del Messico il premio giornalistico “Pluma de Plata”, quale autore del miglior reportage sul paese in lingua italiana. Oggi vive e scrive a Verona.

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